Autore: Giulia Carcasi
Editore: Feltrinelli
Collana: I canguri
Data di Pubblicazione: Febbraio 2007
ISBN-13: 9788807701825
Pagine: 140
Formato: brossura
Reparto: Narrativa contemporanea
Tempo di lettura: un giorno
Voto: *****
Giulia Carcasi, classe 1984, a soli 23 anni sforna un vero piccolo gioiello letterario.
Il suo romanzo, da leggere tutto d’un fiato in appena un giorno, indaga i rapporti tra madre e figlia ma, soprattutto, tira fuori il vissuto di una donna adulta che non riesce a sfondare il muro che la divide dalla figlia.
Situazione così comune nelle case italiane a cui Giulia propone la soluzione della confessione epistolare.
Situazione così comune nelle case italiane a cui Giulia propone la soluzione della confessione epistolare.
La madre sente che sua figlia Mia “non sta bene”, sta andando alla deriva ma non sa come fare per esserle d’aiuto e, disperata, cerca un contatto con lei leggendo di nascosto il suo diario.
Non si fa. Lei lo sa. Ma non può farne a meno. È così che la totale assenza di rapporto tra madre e figlia si trasforma in una confessione di getto.
La madre, scrivendo a sua volta una sorta di diario, “aggiorna” sua figlia di quello che è stata la sua vita fino al suo tanto desiderato arrivo.
Per la prima volta si mette a nudo, per la prima volta racconta una parte segreta del suo passato – contando su un patto di donne cucite – perché la sua esperienza possa salvare la figlia.
Nonostante sia così giovane, la Carcasi si dimostra esperta delle crisi intime che possono avventarsi su una donna adulta. Le descrive con poesia e ci fa affezionare a Giulia, che ha dovuto attendere di avere 40 anni per sentirsi finalmente viva.
In molte potremmo rispecchiarci in questa donna, nelle sue paure ed apprensioni.
La mia Elly ha solo 7 anni, ma prima di un battito di ciglia potrebbe averne 17 ed essermi estranea proprio come la protagonista Mia, odiarmi o semplicemente evitarmi perché certe cose alla mamma non si dicono, perché gli adulti non possono capire.
Sarò capace, allora, di raccontarle la sua mamma diciassettenne?
Sarò capace di ammettere gli errori che io ho fatto e che temo lei possa fare?
Vorrà ascoltarmi?
Questi sono gli interrogativi che ha suscitato in me il romanzo, forse perché di anni ne ho 39 e non sono immune da errori commessi “per amore” in gioventù.
Quello della Carcasi è uno stile scorrevole e poetico, molto piacevole. Le parole mai dette di Giulia diventano un timido sussurro indirizzato alla figlia. Sono parole che sanno di vero e che rendono in maniera molto efficace questa confessione introspettiva con cui in extremis Giulia cerca un contatto con Mia.
Il lieto fine poi arriva e lo si capisce dagli ultimi appunti di Mia sul suo diario. Un varco tra madre e figlia è aperto, e la speranza si riaccende. Il legno si può ammorbidire.
Sono molti i passaggi che mi sono piaciuti, altri che mi hanno fatto riflettere, altri ancora che mi hanno parlato o in cui mi sono rivista. Ma in fondo, leggendo un libro non cerchiamo forse noi stessi?
Eccone alcuni:
Pag 29. é Mia a Parlare:
E non capisco che senso ha amare, concentrarsi su una persona e basta. Preferisco passare la notte con uomini di cui non mi importa, non avere le loro foto, dimenticarne all’alba nomi e facce.Mi basta solo una parte di loro, la più sporgente, l’unica che non ho.Per il resto, un uomo è da buttare.
pag 105 Giulia:
Andrea entra senza aspettare, io non sono pronta, io non so se voglio, io non mi sono mai chiesta cosa voglio, ha sempre deciso qualcun altro per me.
pag 107, sempre Giulia:
Mi chiedevo come avessi potuto sbagliare, io che il silenzio di un uomo l’avevo odiato per trent’anni, io che mi ero promessa di scansarlo, di trovare un marito con cui mettere in tavola i sapori buoni delle parole.
pag 113, Giulia:
.. mi sforzo di sorriderti, ma ti vorrei dire difendimi come io ho difeso te, aiutami a capire cosa voglio, fammi smettere di essere un satellite, mi poggio qui, sul tuo grembo, fammi tornare dentro, ricominciamo da capo, faremo tutto meglio, uniremo le nostre debolezze, saremo forti in due, io e te messe insieme saremo forti come uno forte davvero, non ingoieremo più bocconi che non ci piacciono, ci racconteremo tutto, quante cose non ti ho detto.
pag 120, ancora Giulia:
Ricominciare a fare l'amore da sola, come quando avevi quindici anni, immaginare le mani che vuoi duve vuoi.
pag 122, Giulia:
... sento che tutto questo non è giusto, eppure lo sto facendo, è la prima volta che faccio quello che voglio, la prima volta che qualcuno non decide per me. La gente dice che si fa sempre in tempo a cambiare strada, a fare inversione, ma io con te sto in autostrada, non si può tornare indietro.Sento che mi baci e forse è il tuo primo bacioe magari questa notte una ragazzina ti sta sognando e sarebbe più giusto che tu fossi con lei in questo momento... sento che vuoi fare l'amore, mi spogli, ti spoglio e forse è la tua prima volta, hai fretta, sei maldestro, mi entri dentro piano, affondi il tuo naso nei miei capelli quando il piacere esplode e non lo sai trattenere.Io non lo sapevo cos'era il piacere, Miguel, me l'hai insegnato tu, oggi....Mi dici "Dio, quanto sei bella" e mi sembra che prima di te nessuno me l'abbia detto.Mi fai scoprire a quarant'anni di essere bella: la mia bellezza nasce e passa insieme....Ho scoperto di avere mani, quando me le hai prese, di avere labbra, perchè tu le baciavi.Di essere donna, ogni volta che mi hai spogliato.
pag 132,Giulia:
Io invece non ti potrò scordare, sono in un'età di nostalgir, potrei avere più emozioni passate che future.Io "scordare" è un verbo che non conosco.Scordare è più crudele di dimenticare: chi è dimenticato viene tolto dalla mente, chi è scordato viene tolto dal cuore.
pag 137 Giulia:
... Sono discorsi che hanno l'utilità dello sfogo e dell'avvertimento: a parlare ci si alleggerisce e, a volte, l'esperienza di uno salva l'altro.È per questo che ho deciso di raccontarti la mia storia.Ti ho raccontato un male che potrebbe essere il tuo, Mia, e allora prendilo in tempo combattilo.
pag 138, questa volta è Mia:
La pioggia è imparziale: bagna il palazzo di un duca e i quartieri del popolo.La pioggia bagna il ricco e il povero, il vecchio e il ragazzino, ci rende tutti ridicoli allo stesso modo, la pioggia non fa distinzioni, sono gli esseri umani che le fanno.Piove oggi, chissà se Miguel sta pensando a mia madre.
pag 140, l’invito della madre alla figlia:
C'è un ragazzo che ti aspetta sotto la pioggia, Mia.Non farti bella, non serve, non truccarti, non c'è tempo per infilare l'impermeabile, abbandonati al vento, alla pioggia, al clima dell'anima.Vai, corrigli incontro, amore mio, vai, non avere paura.
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