Questo blog nasce per dare più spazio ai libri che amo e che leggo


Librieparole
Questo blog nasce per dare più spazio ai libri che amo e che leggo.
Oltre alle mie recensioni, qui vorrei ospitare i miei e vostri consigli di lettura e tutto quello che ha a che fare con i libri
e con le parole... in libertà

domenica 29 gennaio 2012

La mia storia con Mozart


TitoloLa mia storia con Mozart. Con CD Audio allegato
AutoreEric-Emmanuel Schmitt
Traduttore: Bracci Testasecca A.
Editore: E/O
Collana: Dal mondo
Data di Pubblicazione: 2011 (L'edizione che ho comprato io)
Pagine: 128
Formato: brossura
Reparto: Narrativa contemporanea



Consigliatomi da un musicista dopo uno spettacolo cui ho assistito, ho ordinato e iniziato a leggere questo libro appena due giorni fa. Non l'ho ancora finito ma ve ne voglio parlare perchè è piacevole e delicato.
Stando alla guida del libro questo racconto di Eric-Emmanuel Schmitt non è solo una guida all'ascolto di Mozart; sarebbe forse più esatto definirlo una guida all'ascolto di noi stessi tramite Mozart. Altro motivo che mi ha spinto a comprarlo.


Il libro è venduto insieme ad un CD con il meglio di Mozart nelle più grandi interpretazioni. Oggi per la prima volta l'ho inserito nel lettore e ne ho goduto qualche brano. Lieve e soave, rilassante, pacificatore, è stato l'effetto delle note su di me.

La trama
Come si apprende dal retro di copertina, è la storia di un ragazzo che non riesce a trovare la propria anima e che infine si salva e impara ad amare la vita grazie alla musica di Mozart. Non so dirvi molto di più perchè scoprirò il resto strada facendo.
Per ora posso dirvi che il protagonistra ha un "rapporto" epistolare con il grande compositore, nel senso che gli dedica delle lettere che probabilmente mai nessuno leggerà. Gli racconta di come, grazie a lui, abbia abbandonato l'idea dell'inutilità della vita, abbia smesso di desiderare la morte e di pensare al suicidio. Al momento in cui sono arrivata lui ha 30 anni e, vergognandosi e pentendosi di aver interrotto la sua corrispondenza con Mozart, riprende a scrivergli delle missive dense (ma la lettura vi assicuro è molto fluida) di riflessioni sul senso della vita e delle emozioni che la sua musica è ancora in grado di suscitargli.

Recensione
È un racconto che sto trovando molto piacevole scritto in maniera semplice, proprio come scriverebbe una lettera un ragazzo di 15 anni alle prese con un corpo in trasformazione e sempre più esuberante, e poi un adulto di 30.
C'è molta poesia nella semplicità narrativa di Schmitt. La profondità di alcuni suoi passaggi mi è arrivata dritta al cuore.
Io di musica non ci capisco davvero nulla ma è impressionante pensare che un brano racchiuda tutto quello di cui parla il nostro protagonista: Dio, l'amore, la morte, il perché viviamo o perchè proviamo dolore. Mozart parlava davvero di tutto questo nelle sue opere? Ma allora non è solo "musica".
Sicuramente musicisti ed appassionati del genere sapranno cogliere più a fondo il senso delle parole di... a proposito, ancora non è venuto fuori il nome del protagonista, ma forse, ai fini della storia, non è così importante che lui abbia un nome.

Sono arrivata a pag 39 e già ho dei passaggi particolari da sottolineare.
Vi lascio con le parole dell'autore:
Pag 16-17
Il ragazzo scopre per la prima volta la bellezza della musica, ne rimane estasiato e abbandona tutti i suoi propositi di suicidio:
La mia forza rinasceva. E con essa la meraviglia. Sì, nella sala irrompeva la bellezza del mondo; era là, davanti a me, mi veniva regalata.
(...) Addio sconforto! Addio depressione!Volevo vivere. Se al mondoc'erano cose così preziose, così piene e così intense, l'esistenza mi attirava.
(...) La guarigione attraverso la bellezza... Agli psicologi non era venuto in mente di guarirmi co questa terapia.

Pag 31
Il ragazzo parla a Mozart dell'Aria di Barberina - Le nozze di Figaro - Atto IV:
La melodia gira in tondo come un'ossesione triste, senza trovarsi, senza fissarsi, e finisce per perdersi su una domanda lasciata in sospeso che rimane senza risposta. Afflizione pura. Dense e ovattate spirali di pena.
Andando avanti si capisce che Barberina ha perduto una spilla. Cosa?! Tutta questa disperazione per una spilla?
Allora mi sono ricordato delle mie prime disperazioni: forti, folgoranti, paralizzanti, e per motivi sui quali adesso non mi soffermerei più di un secondo...
Hai ragione. Il dolore è sempre dolore, intenso e incomparabile, quali ne siano le cause. La sensazione del tragico non ha strumenti di misura: adulto o infantile, per ragioni buone o cattive, è il tragico. Lo scoramento per una spilla perduta diventa la metafora di tutti gli scoramenti.
Pag 37
Il ragazzo si rivolge a Mozart:
Io non sono molto religioso. Tu – insistente, soave, di una dolcezza inesorabile – mi costringevi tuttavia ad un esame critico. Perché festeggi il Natale? mi domandavi. Perché spendi tutti quei soldi? Le risposte raggiungevano la mia coscienza e mi facevano paura. Dopo che per tutta la mattinata mi ero sentito buono, scoprivo che ero soprattutto soddisfatto di me: cancellavo l’egoismo che aveva contrassegnato il mio comportamento durante l’anno, compensavo con regali le premure che non avevo avuto, le telefonate che non avevo fatto, le ore che non avevo dedicato agli altri. Invece di irradiare generosità mi compravo la tranquillità dell’anima. La mia frenesia di doni non aveva niente di evangelico: era un investimento preciso teso ad acquistarmi una buona reputazione. Non auguravo la pace, auspicavo la mia.
Ed ecco che venivi tu a ricordarmi cosa festeggiamo: la nascita di un Dio che parla d’amore…
Non era importante, allora, che credessi o no a questo dio dell'amore, ma visto che mi permettevo di festeggiare il Natale, dovevo almeno celebrare l'amore...
Avevo capito.
Alla fine del brano, benchè pesassero ancora sui miei palmi segati, i pacchetti avevano acquistato un senso diverso: erano pieni zeppi d'amore.
Pag 39
Cosi si chiude la lettera a Mozart:
Oggi non so se Dio o Gesù esistono. Ma tu mi hai convinto che esiste l'uomo.
O che merita di esistere.

Nessun commento:

Posta un commento